La Vorona si inoltra fisicamente nel paesaggio in esterni, lo vive con metodo e lenta fusione, ritrovando sul quadro la forza degli immensi paesaggi russi, la potenza delle stagioni, il vigore della trasformazione stagionale.
Al contempo, l’immersione fisica è il tramite per un viaggio dai contorni sciamanici, difficile da spiegare a parole, un tuffo oltre le contingenze del quotidiano, in silente sintonia con gli sguardi di Monet verso le ninfee di Giverny. Paesaggi d’acqua che giungono da un lento processo metabolico, da una paziente osservazione di mari, laghi, fiumi, sorgenti, ruscelli e qualsiasi altra fonte liquida.