Roberta Castellano è discesa nei luoghi remoti della memoria, alla ricerca di domande, sensazioni, sentimenti: l’artista come mezzo attraverso cui vedere, sentire e percepire l’insondabile. Le forme e i colori delle opere, come le stesse tele, sono elementi ausiliari, che rendono visibili e traducibili i flebili segnali provenienti dal nostro inconscio.
Un gioco di specchi che si riflettono, moltiplicando parole e movimenti alla cui origine è l’atto esplorativo dell’artista: le figure femminili non hanno un luogo o un paradiso in cui vivere, ne sono alla ricerca ed è l’inquietudine della ricerca che segna i volti e congiunge le mani. Le figure sono i luoghi materiali dell’ispezione, che procede anche con poca luce, talvolta al buio.