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Gelasio Gaetani d’Aragona Lovatelli. Un bicchiere mai pieno

Andrea Zanfi
Lingue:
Isbn: 88-88482-17-2
Formato: 11x16
Pagine: 128
Anno di pubblicazione: 2004
Disponibilit?: disponibile
Prezzo: € 12,00
Offerta web: € 10,20 [sconto 15%]
Lingua del libro:
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Descrizione

Si tratta del primo volume di una nuova collana editoriale, denominata “Chicchi d’Uva”, all’interno della quale saranno raccontate importanti figure che in qualche modo abbiano un forte rapporto con il mondo del vino.

A partire da questo primo volume, l’autore si prefigge di scandagliare la personalità dell’intervistato attraverso l’uso di una sceneggiatura teatrale, un modo di raccontare decisamente sui generis e molto diverso rispetto ai volumi presenti sul mercato e alla classica letteratura riguardante il settore enologico.

In questo primo “Chicco” l’autore ha voluto esaltare la figura di uno dei personaggi che, forse più di altri, oggi interpreta l’excursus evolutivo avvenuto negli ultimi vent’anni nel mondo del vino: Gelasio Gaetani d’Aragona Lovatelli.

Dall'introduzione:

Grosseto, 24 luglio 2003

Caro Gelasio,

ti scrivo per presentarti l’idea della collana editoriale “Chicchi d’uva” e l’impostazione dei libri che ne faranno parte. Come avrai già immaginato gradirei incominciare la collana partendo a scrivere proprio da te. Ho pensato che poteva essere un buon avvio per questa mia nuova avventura editoriale, parlare di una persona che conosco bene; sì, l’idea è di impostare il primo libro trattando di un amico, una persona che in qualche modo mi potesse dare il giusto “la” per far partire sotto i migliori auspici questi “libri da bere tutti d’un fiato”, come li ho definiti, ai quali, mi auguro riesca a dare una loro personalità e un loro carattere.

Come puoi ben dedurre, l’idea della collana prende spunto dal desiderio d’identificare con ogni “chicco d’uva” un personaggio che, a modo suo, direttamente o indirettamente, abbia a che fare con questo meraviglioso frutto, con la vite o con il mondo del vino.

Sarebbe bello che via via, raccontando i “chicchi”, questi arrivassero a formare dei veri e propri grappoli d’uva, alcuni a bacca bianca, altri a bacca rossa o altri ancora a bacca “rosa”, tutti diversi fra loro; “chicchi” capaci di raccontarsi in modo aperto, spontaneo, parlandomi del loro sapore e del profumo del loro “succo”, l’essenza del rapporto che hanno con la vita vissuta a contatto con il vino, con la terra e con il tempo.

Il problema è che dopo averli incontrati spero però di saperli raccontare e interpretare, chiaramente alla mia maniera, magari puntando ora sui loro ricordi, ora narrando dei loro amori, delle loro passioni o dei loro aneddoti, cercando di scoprire quanto le vendemmie li abbiano affascinati o semplicemente impegnati.

Per fare questo ho pensato di dare un taglio trasversale e teatrale a questi “libri da bere” percorrendo un ipotetico e personale viaggio narrativo, cimentandomi nello scrivere per ognuno di loro una sceneggiatura che potrebbe andare in scena sul palcoscenico di un qualsiasi teatro.

Una sceneggiatura semplice, composta da pochi elementi, ma in grado di racchiudere l’essenza con la quale l’attore, in questo caso io, narra e racconta l’Uomo, interpretandolo in modo proprio e informale. Vorrei provare a misurarmi con ogni “chicco d’uva” immergendomi nel suo mondo, nel suo modo di essere e di ragionare che lo ha condotto, via via, a dare giudizi, sentenze e a esprimere opinioni.

Fin da questo momento so che la mia interpretazione, pur avvicinandomi molto al soggetto, in ogni caso risulterà inquinata dal mio personale modo di recitare, dalla mia sensibilità espressiva e comunicativa e quindi mai veritiera fino in fondo, ma non importa: ci voglio provare lo stesso.

 

“Libri da bere” che, come ti dicevo, vorrei impostare, proprio con atti e scene capaci di segnare i ritmi della storia, così da tracciare un percorso che porterà il lettore alla scoperta del “suo” personaggio e alla sua personale disamina; il tutto accompagnato dall’inserimento di una serie di brani letterari di vari autori, del passato o del presente, che hanno il solo scopo di mettere in luce e rafforzare l’immagine del “chicco d’uva”, così da incidere profondamente nel racconto, magari stimolando emozioni che ben si accomunano a quelle vissute, sofferte o auspicate dal “chicco d’uva” in questione, creando un fil rouge tra storia e contemporaneità.

Come vedi, un’impostazione un po’ diversa che spero trovi il riscontro di pubblico. Ora con il tuo aiuto se me lo concederai, voglio pensare solo a questa nuova avventura editoriale come se la stessa fosse la cosa più importante che io abbia mai fatto fino a oggi, come se fosse il mio massimo punto d’arrivo, per poi, come sempre, domani, pensare all’esperienza successiva.

Spero che dopo aver letto queste mie righe tu trovi stimolante il tuo inserimento dentro l’elenco dei possibili “chicchi d’uva” e sono certo che quanto prima troverai l’occasione per metterti in contatto con me, così da incontrarci a Roma all’International Wine Academy, ad Argiano a casa di Noemi, o a Trinoro a casa di tuo cugino Andrea per parlare di tutto e di te.

Per adesso ti mando un caloroso abbraccio e un saluto.

Il tuo amico Andrea

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